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Pensioni, tante novità in arrivo: ecco cosa bolle in pentola per la Legge di Bilancio 2024

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Nel nostro Paese, il cantiere delle pensioni è in continuo movimento e per il nuovo anno (Legge di Bilancio permettendo) potrebbero essere tante le novità.

In Italia il tema pensioni è sempre molto sentito e, in vista della prossima Legge di Bilancio, già cominciano ad uscire fuori le prime indiscrezioni in merito a diverse novità che riguardano il mondo previdenziale.

Nello specifico, pare che il Governo abbia l’intenzione di stanziare per la riforma, 2 miliardi di euro. Una somma, senza dubbio, non sufficiente a cancellare la legge Fornero, ma che potrebbe essere utile ad attivare misure a tutela sia dei pensionati sia di chi è prossimo alla pensione.

Insomma, tira aria di cambiamento per le pensioni, chiaramente, Legge di Bilancio permettendo. Ma andiamo a scoprire quali potrebbero essere le novità per il prossimo anno o comunque le proposte che il Governo sta valutando.

Pensioni 2024: le novità attese

Il Governo ha a disposizione 2 miliardi di euro per la previdenza. Un budget che certamente non basta per dare il via alla promessa riforma del sistema pensionistico, ma che potrebbe bastare per qualche piccolo aggiustamento, Legge di Bilancio permettendo.

Partendo da quelle che potrebbero essere le conferme, si ipotizza una proroga di Quota 103 per tutto il 2024. Dunque, per altri dodici mesi l’accesso alla pensione dovrebbe essere consentito a chi al compimento di 62 anni ha maturato almeno 41 anni di contributi. Per quanto riguarda Opzione donna, potrebbe esserci un ritorno al passato, ovvero, il ripristino dei vecchi requisiti per l’accesso, dopo il taglio del governo nell’ultima Legge di Bilancio.

In sintesi, le parti sociali e le lavoratrici interessate chiedono il ritorno a 58 anni di età (59 in caso di lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi. Tra le promesse del Governo, ricordiamo quella di arrivare a fine legislatura ad un aumento delle pensioni minime da 600 a 1000 euro. Al momento attuale, raggiungere l’obbiettivo sembra piuttosto difficile, però, è auspicabile una possibile rivalutazione che porti gli assegni a 650 – 670 euro, ovviamente risorse permettendo.

Un’ipotesi di cui si sta molto parlando in questi giorni è il pensionamento part time, una misura che consentirebbe ai lavoratori prossimi alla pensione di diminuire o, addirittura, dimezzare l’orario di lavoro compensati da un equivalente assegno pensionistico fino al raggiungimento dell’età pensionabile, quando verrà riconosciuta la pensione “piena”. Il sistema verrebbe abbinato ad agevolazioni ai datori di lavoro per l’assunzione di under 35, ai quali i più anziani dovrebbero trasmettere le loro competenze. Il modello già utilizzato in alcuni Paesi del Nord Europa, però, potrebbe avere costi piuttosto elevati e, al momento, insostenibili per le casse statali. Per cui, non resta che aspettare le valutazioni del governo.

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Purtroppo, in tema previdenziale non ci sono solo buone notizie, ma pare che sia in fase di valutazione anche la possibilità di una nuova stretta alla rivalutazione. In questo caso, a farne le spese sarebbero i redditi più alti, ai quali potrebbe essere bloccata l’indicizzazione per un anno.