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Affitto in nero, attenzione ai rischi e alle sanzioni: sono guai seri

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Attualmente, quello degli affitti in nero è un fenomeno tristemente diffuso nel nostro Paese. Ma attenzione ai rischi e alle sanzioni a cui si va incontro.

Quando si parla di affitto in nero si fa riferimento a quei rapporti di locazione che non vengono registrati entro il termine previsto dalla legge per regolarizzare il contratto e pagare la relativa imposta. Ricordiamo che la registrazione del contratto spetta al locatore, che dovrà provvedere entro 30 giorni dalla data della stipulazione e dare una comunicazione documentata nei successivi 60 giorni all’inquilino.

Insomma, con l’affitto in nero, l’immobile viene concesso ad un soggetto a fronte del pagamento di un determinato importo, senza che il contratto venga registrato all’Agenzia delle Entrate.

Al giorno d’oggi, l’affitto in nero è una pratica piuttosto diffusa in Italia. Si tratta, però, di un’azione illecita le cui conseguenze non vanno affatto sottovalutate e contrariamente al pensiero comune, a correre dei rischi non è solo il proprietario dell’immobile. Infatti, anche l’inquilino può incappare i seri guai. Ovviamente, le sanzioni non avranno lo stesso peso, ma entrambe le parti sono coinvolte. Vediamo allora, di fare chiarezza e capire quali possono essere le conseguenze.

Affitto in nero: quali sono i rischi

Come abbiamo anticipato, l’affitto in nero è una pratica illegale che può comportare serie conseguenze. Inoltre, contrariamente a quanti molti pensano, a correre dei rischi non è solo il locatario, ma anche l’inquilino. Nello specifico, in base alla specifica situazione possono essere applicate sanzioni differenti. Ad esempio, in caso di mancata registrazione del contratto, le conseguenze ricadranno sia sul proprietario dell’immobile che sul locatario, che dovranno pagare le imposte, gli interessi e le sanzioni previste. Queste ultime oscillano tra il 60% al 120% dell’imposta evasa, se l’intera cifra non è stata indicata nella dichiarazione dei redditi. Sale tra il 90% e il 180% se è stata dichiarata in misura inferiore.

Quando, invece, si tratta del mancato versamento Irpef, le sanzioni ricadranno solo sul locatore che, oltretutto, può essere soggetto a controlli da parte del Fisco fino a 5 anni dopo l’omessa dichiarazione. Il discorso cambia, qualora anche l’inquilino abbia concorso all’evasione con il proprietario di casa. In questo caso, infatti, l’Agenzia delle Entrate può chiedere il pagamento della cartella esattoriale anche al locatario.

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Con lo scopo di contrastare la diffusione di questo fenomeno, il legislatore ha previsto la possibilità di sfruttare il ravvedimento operoso, uno strumento attraverso il quale gli interessati possono ridurre le sanzioni, a patto di registrare il contratto.