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Gettoni telefonici, alcuni possono valere uno stipendio mensile: scopri se ne possiedi qualcuno

gettoni telefonici
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I cari vecchi gettoni telefonici che si usavano nelle cabine telefoniche diversi anni fa oggi sono degli oggetti di enorme valore. Ecco quali fruttano di più 

C’erano una volta i gettoni telefonici. Un tempo erano indispensabili per poter telefonare, oggi invece nell’era degli smartphone sono diventati dei pezzi vintage che in apparenza rappresentano solo un impiccio. In realtà sono un vero e proprio tesoretto per chi ha ancora la fortuna di possederli.

Nel 2001 sono andati definitivamente in pensione dopo un lungo corso iniziato nel 1927. Di fatto sono state le uniche monete della storia italiana che non sono state coniate dalla Zecca di Stato, ma che sono comunque accettate da tutti alla stregua del denaro. Andiamo quindi a scoprire quali sono i pezzi pregiati in tal senso.

I gettoni telefonici che possono valere anche più di 1.000 euro

Di base questi piccoli oggetti metallici hanno impressa una serie numerica composta da quattro cifre che corrispondono al mese e all’anno di coniazione ed emissione. Al pari delle monete rarità ed eventuali errori di conio contribuiscono a rendere l’oggetto di gran lunga più prezioso.

Nello specifico tra i più ricercati c’è sicuramente il primo gettone telefonico coniato nel Bel Paese, ovvero lo STIPEL 1927. Per i pezzi tenuti in ottimo stato i collezionisti sono disposti a pagare fino 990 euro mentre quelli che non sono in perfette condizioni la valutazione va dai 60 ai 100 euro.

Tra i gettoni più rari e che possono avere una valutazione piuttosto importante ci sono il TIMO del 1928 e il TELVE del 1932. Il primo può essere rivenduto addirittura a 1.300 se tenuto in stato di perfezione. Se presenta segni di usura si scende a 200 euro, che comunque è una buona cifra se rapportata ad una “monetina”.

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Il gettone emesso dalla TELVE può raggiungere tranquillamente un valore di 350 euro. La ricerca però non finisce qui. Anche i gettoni SET del 1934 (il suo valore oscilla tra i 70 e i 150 euro) e TETI del 1935 (si va da un minimo di 30 euro fino ad arrivare a 200 euro) sono piuttosto ambiti e per chi li possiede possono fruttare una bella entrata extra.

In linea di massima i gettoni meno datati non hanno portano a nessun guadagno. L’unica eccezione è rappresentata da quelli di ESM privi di logo che possono fruttare addirittura 300 euro in base al numero di serie. Se ci si accorge di avere a disposizione alcuni dei suddetti gettoni basta metterli in vendita su eBay o in luoghi fisici come negozi di antiquariato o di numismatica.